Traduzione: Antonio Nazzaro
https://cctm.website/


Tlatelolco 68 de Jaime Sabines (México) espa/ita

1

Nadie sabe el número exacto de los muertos,
ni siquiera los asesinos,
ni siquiera el criminal.
(Ciertamente, ya llegó a la historia
este hombre pequeño por todas partes,
incapaz de todo menos del rencor.)

Tlatelolco será mencionado en los años que vienen
como hoy hablamos de Río Blanco y Cananea,
pero esto fue peor,
aquí han matado al pueblo:
no eran obreros parapetados en la huelga,
eran mujeres y niños, estudiantes,
jovencitos de quince años,
una muchacha que iba al cine,
una criatura en el vientre de su madre,
todos barridos, certeramente acribillados
por la metralla del Orden y la Justicia Social.

A los tres días, el ejército era la víctima de los
desalmados,
y el pueblo se aprestaba jubiloso
a celebrar las Olimpiadas, que darían gloria a México.

2

El crimen está allí,
cubierto de hojas de periódicos,
con televisores, con radios, con banderas olímpicas.

El aire denso, inmóvil,
el terror, la ignominia.
Alrededor las voces, el tránsito, la vida.
Y el crimen está allí.

3

Habría que lavar no sólo el piso: la memoria.
Habría que quitarles los ojos a los que vimos,
asesinar también a los deudos,
que nadie llore, que no haya más testigos.
Pero la sangre echa raíces
y crece como un árbol en el tiempo.
la sangre en el cemento, en las paredes,
en una enredadera: nos salpica,
nos moja de vergüenza, de vergüenza, de vergüenza.

Las bocas de los muertos nos escupen
una perpetua sangre quieta.

4

Confiaremos en la mala memoria de la gente,
ordenaremos los restos,
perdonaremos a los sobrevivientes,
daremos libertad a los encarcelados,
seremos generosos, magnánimos y prudentes.

Nos han metido las ideas exóticas como una lavativa,
pero instauramos la paz,
consolidamos las instituciones;
los comerciantes están con nosotros,
los banqueros, los políticos auténticamente mexicanos,
los colegios particulares,
las personas respetables.
Hemos destruido la conjura,
aumentamos nuestro poder:
ya no nos caeremos de la cama
porque tendremos dulces sueños.

Tenemos secretarios de estado capaces
de transformar la mierda en esencias aromáticas,
diputados y senadores alquimistas,
líderes inefables, chulísimos,
un tropel de putos espirituales
enarbolando nuestra bandera gallardamente.

Aquí no ha pasado nada.
Comienza nuestro reino.

5

En las planchas de la Delegación están los cadáveres.
Semidesnudos, fríos, agujereados,
algunos con el rostro de un muerto.
Afuera, la gente se amontona, se impacienta,
espera no encontrar el suyo:
“Vaya usted a buscar a otra parte.”

6

La juventud es el tema
dentro de la Revolución.
El Gobierno apadrina a los héroes.
El peso mexicano está firme
y el desarrollo del país es ascendente.
Siguen las tiras cómicas y los bandidos en la televisión.
Hemos demostrado al mundo que somos capaces,
respetuosos, hospitalarios, sensibles
(¡Qué Olimpiada maravillosa!),
y ahora vamos a seguir con el “Metro”
porque el progreso no puede detenerse.

Las mujeres, de rosa,
los hombres, de azul cielo,
desfilan los mexicanos en la unidad gloriosa
que construye la patria de nuestros sueños.

Traduzione: Antonio Nazzaro
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Il massacro fu preceduto da mesi di inquietudini politiche nella capitale messicana, con manifestazioni e proteste studentesche per appoggiare gli eventi che succedevano nel mondo nel 1968. Il 27 agosto più di 200.000 studenti scesero in piazza e si accamparono nel Zócalo, per poi venir dispersi il giorno successivo dall’esercito messicano. Il massacro di Tlatelolco avvenne il 2 ottobre 1968 nella Piazza delle tre culture a Tlatelolco, Città del Messico. Non si conosce il numero esatto delle vittime. Le stime più attendibili indicano oltre 300 vittime, tutte tra i manifestanti. Il massacro avvenne dieci giorni prima dell’inizio dei Giochi della XIX Olimpiade che si svolsero a Città del Messico dal 12 ottobre al 27 ottobre 1968.


Tlatelolco 68 di Jaime Sabines (Messico)ita/espa

1

Nessuno sa il numero esatto dei morti
nemmeno gli assassini
nemmeno il criminale.
(Di certo, oramai è entrato dappertutto
nella storia questo piccolo uomo,
incapace di tutto tranne il rancore.)

Tlatelolco sarà ricordato negli anni a venire
come oggi parliamo di Rio Blanco e Cananea
ma questo è stato peggio,
qui hanno ucciso il popolo;
non erano operai a proteggere lo sciopero
erano donne e bambini, studenti,
ragazzini di quindici anni
una ragazza che andava al cinema,
una creatura nel ventre della madre
tutti spazzati, sicuramente crivellati
dalla mitragliatrice dell’Ordine e della Giustizia Sociale.

Dopo tre giorni, l’esercito era la vittima dei malvagi
e il popolo s’apprestava festante
a celebrare le Olimpiadi, che avrebbero dato gloria al Messico

2

Il delitto è lì
coperto dai fogli dei giornali,
con le televisioni, con le radio, con le bandiere olimpiche.

L’ aria spessa, immobile
il terrore, l’ignominia.
Intorno le voci, il traffico, la vita
E il delitto è lì.

3

Bisognerà lavare non solo il suolo: la memoria.
Bisognerà togliere gli occhi a quelli che abbiamo visto,
assassinare anche i parenti,
che nessuno pianga, che non ci siano più testimoni.
Ma il sangue mette le radici
e cresce nel tempo come un albero.
Il sangue sul cemento, sui muri,
in un rampicante: ci schizza,
ci bagna di vergogna, di vergogna, di vergogna.

Le bocche dei morti ci sputano
un perpetuo sangue calmo.

4

Daremo fiducia alla cattiva memoria della gente,
ordineremo i resti,
perdoneremo i sopravvissuti,
daremo la libertà agli incarcerati
saremo generosi, magnanimi e prudenti.

Ci hanno messo idee esotiche come un clistere,
ma instauriamo la pace,
consolidiamo le istituzioni;
i commercianti sono con noi,
i banchieri, i politici autenticamente messicani,
le scuole private,
le persone rispettabili.
Abbiamo distrutto la congiura,
aumentiamo il nostro potere:
non cadremo più dal letto
perché avremo dolci sogni.

Abbiamo segretari di stato capaci
di trasformare la merda in essenze aromatiche,
deputati e senatori alchimisti
lìder ineffabili, fichissimi
una frotta di bastardi spirituali
issando la nostra bandiera gagliardamente.

Qui non è successo nulla.
Comincia il nostro regno.

5

Sulle piastre del Comune ci sono i cadaveri.
Seminudi, freddi, impallinati,
alcuni con il volto di un morto.
Fuori, la gente s’ammucchia, si spazientisce,
spera di non trovare il suo:
“Se ne vada a cercare da un’altra parte.”

6

La gioventù è il tema
all’interno della Rivoluzione.
Il Governo sostiene gli eroi.
Il peso messicano è stabile
e lo sviluppo del paese è in ascesa.
Continuano le caricature e i banditi alla televisione.
Abbiamo dimostrato al mondo che siamo capaci,
rispettosi, ospitali, sensibili
(Che magnifica Olimpiade!)
e adesso continuiamo a costruire la “Metro”
perché il progresso non si può fermare.

Le donne, in rosa
gli uomini, in azzurro cielo,
sfilano i messicani nell’unità gloriosa
che costruisce la patria dei nostri sogni.


 

Traduzione: Antonio Nazzaro
Foto: Jaime Sabines
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