
Ahora que ya no somos marineros
De los muros blanquea aún la cal
nuestros pasos sucios
el impulso residual de una vida remada
amainada ahora con gestos débiles
con las tempestades y las bonanzas
los pliegues del lebeche
las grietas sinceras de los puertos.
No caminamos ahora sobre tablones de madera
sino a lo largo de líneas inmóviles de medianería
con un modo que aún se nos escapa: era nuestro
el equilibrio del balanceo y sorprende
el perlarse por el rosario de las puertas
quien rogaba el imaginar justo de las rutas
y sorprende el negarse distante de las mujeres
quién sabía soñarlas en una mano.
Cuando en alta mar había realmente el espacio
y el escurrirse de los bordados lucientes
sobre el lomo azulado de los atunes
el patear poderoso y nervioso de la leccia
el temor implícito
en la sombra de una tracina.
Y el viento
que nos golpea en las caras
ya no tiene aquel hedor a sal
que sabíamos esquivar con los ojos
y no lo tienen las cuentas de nuestras culpas
que de repente encontramos cerradas
y sobre tierra firme.
Ora che non siamo più marinai
Dai muri sbianca ancora la calce
i nostri passi sporchi
l’abbrivio residuo di una vita remata
ammainata ora con gesti fiacchi
con le tempeste e le bonacce
le pieghe del libeccio
le crepe sincere dei porti.
Non camminiamo adesso sopra assi di legno
ma lungo linee immobili di mezzeria
con un modo che ancora ci sfugge: era nostro
l’equilibrio del rollio e stupisce
l’imperlarsi da rosario delle porte
chi pregava l’immaginare giusto delle rotte
e stupisce il rifiutarsi scostante delle donne
chi sapeva sognarle in una mano.
Quando al largo c’era davvero lo spazio
e lo sgusciare di ricami lucenti
sul dorso bluastro dei tonni
lo scalciare possente e nervoso della leccia
il timore implicito
nell’ombra di una tracina.
E il vento
che ci sbatte sulle facce
non ha più quell’afrore di sale
che sapevamo schivare dagli occhi
e non lo hanno i conti delle nostre colpe
che all’improvviso troviamo chiuse
e sulla terraferma.
dalla antologia “Sud – I poeti” vol.11, Macabor editore, 2022.
Salvatore
Es una hoz enorme y piel de aluminio y madera y zapatos
más viejos que él, la vespa en la esquina y los palomos en la jaula
y arreglárselas como telarañas simples, arrugas no dichas
la humedad del sótano para desmenuzar los huesos, la jarra de veneno
que hace por sí misma y el peso de las cosas lo mide como si fuese abono.
Está perdido como un mundo entero sobre una cinta desmagnetizada
como el amargo de sus noches viudas, como el árbol en la parte de atrás
que hay que derribar o el recuerdo de un pasado demasiado diferente
y demasiado cercano para ser soñado. Es un campesino, mi tío.
Y aún lo veo entregar a la tierra cada plegaria y cada blasfemia
analfabeto tejer cantos con cuatro dientes y labios estrechos por la fatiga
luego removerla sin asombro porque de ella conoce la condición
y sabe que a ambos nos tocará despertarnos temprano también mañana.
Salvatore
È una falce enorme e pelle di alluminio e legno e scarpe
più vecchie di lui, la vespa nell’angolo e i piccioni in gabbia
e tirare a campare come ragnatele semplici, rughe non dette
l’umido della cantina a sbriciolare le ossa, la brocca di veleno
che fa da sé e il peso delle cose lo misura come fosse concime.
È perduto come un intero mondo su un nastro smagnetizzato
come l’amaro delle sue notti vedove, come l’albero sul retro
che va abbattuto o il ricordo di un passato troppo diverso
e troppo vicino per essere sognato. È un contadino, mio zio.
E lo vedo ancora affidare alla terra ogni orazione e ogni bestemmia
analfabeta tesserne canti con quattro denti e labbra strette di fatica
poi rivoltarla senza meraviglia perché ne conosce la condizione
e sa che a entrambi toccherà svegliarsi presto anche domani.
dalla antologia “Come una mezzaluna nel sole di maggio – ricognizione della poesia pugliese 1975-1994″, Fallone editore, 2017.
Trogir
Pensándolo bien aún es nada
como si fuera el doble de su hélice, el continuo
reconocerme de la sombra en la viva indiferencia del barrio
el encandelillarse en Trogir y los ángeles matadragones
recurrentes en el cielo asertivo de un violeta inmaculado
antenas alerta que corren para perderse sin carisma, el cuento
convertido en verdadero por el sabor nuevo del cigarrillo comprado más allá de la frontera.
La mujer con el fular vende a los transeúntes
la sentencia exacta
de su balanza que no se equivoca ni un golpe
desde los tiempos yugoslavos y pesa en onzas
o en gramos las nacionalidades todas indiferentes
todas siempre más allá de una frontera
montón de cuerpos y lodo para imaginar
cómo se puede sobrevivir a los hundimientos
a una disgregación imperceptible
que llaman guerra patriótica.
Trogir
A ripensarci ancora è nulla
come fossi il doppio della sua elica, il continuo
riconoscermi dell’ombra nella viva indifferenza del quartiere
l’accecarsi a Trogir e gli angeli ammazzadraghi
ricorrenti nel cielo assertivo di un viola immacolato
antenne all’erta che scorrono a perdersi senza carisma, il racconto
reso vero dal gusto nuovo della sigaretta comprata oltreconfine.
La donna col foulard vende ai passanti
la sentenza esatta
della sua bilancia che non sbaglia un colpo
dai tempi jugoslavi e pesa in once
o in grammi le nazionalità tutte indifferenti
tutte sempre oltre un qualche confine
ammasso di corpi e fango a immaginare
come si possa sopravvivere ai cedimenti
a una disgregazione impercettibile
che chiamano guerra patriottica.
da “Quaderno croato”, Fallone editore, 2020.
También a los poetas se les mueren las abuelas
Por mucho que se crean eruditos
sobre el uso del cincel sobre los afanes
sobre el uso de la tinta para engañar
la real nada detrás de un relance,
también a los poetas se les mueren las abuelas
las manos que ayer temblaban
el velo suave sin arrugas del rostro
el sentido de abandono y desconcierto
y las besan en los labios que han perdido el calor
como la tapa hace con el ataúd
y queda solo la comprensión
de cuan inagotable es
la fuente oscura de las lágrimas
en el instante que aceptan incrédulos.
*
Anche ai poeti muoiono le nonne
Per quanto si credano eruditi
sull’uso dello scalpello sugli affanni
sull’uso dell’inchiostro a barare
l’effettivo nulla dietro un rilancio,
anche ai poeti muoiono le nonne
le mani che ieri tremolavano
il velo morbido senza rughe del viso
il senso di abbandono e smarrimento
e le baciano sulle labbra che hanno perso il calore
come il coperchio fa con la bara
e resta solo la comprensione
di quanto inesauribile sia
la fonte buia delle lacrime
nell’istante che accettano increduli.
dalla antologia “Come una mezzaluna nel sole di maggio – ricognizione della poesia pugliese 1975-1994″, Fallone editore, 2017.
El encuentro fue de nuestros vicios
el más temido
sostenido como debilidad apretada
en el fondo de los bolsillos y solo
cuando ya parecía inevitable
la elección crucial del marco regresaba
su prurito entre los dedos.
La sentencia nos sorprendió abandonados
a la intemperie
desorientados en el eco de fondo en el campo
donde parecía que pudiese bastar el espacio
para las muchas posturas del repertorio
bien conservado sumado todo
entre las reliquias de la mente.
Atraerse no tuvo más esperanza
que en aquella cita para mañana
en el lugar establecido por la suerte
y en aquella hora exacta.
*
L’incontro fu dei nostri vizi
il più temuto
tenuto come debolezza premuta
nel fondo delle tasche e solo
quando già sembrava inevitabile
la scelta cruciale della cornice tornava
il suo prurito fra le dita.
La sentenza ci sorprese dismessi
all’aperto
spaesati nell’eco a fondocampo
dove sembrava potesse bastare lo spazio
per le molte posture del repertorio
conservate bene tutto sommato
tra le reliquie della mente.
Attirarsi non ebbe altra speranza
che in quell’appuntamento per domani
nel posto stabilito dalla sorte
e in quell’ora esatta.
da “Guscio di noce”, LietoColle editore, 2012.
Traducción: Antonio Nazzaro.
Revisión de la traducción: Elizabeth Uribe Pérez.
Vanni Schiavoni (Ablucionistas)
Vanni Schiavoni è nato a Manduria nel 1977, vive a Bologna. Ha pubblicato le raccolte
poetiche Nocte. Nascita di un solstizio d’inverno (Firenze Libri, 1996), Il balcone sospeso (Lisi editore, 1998), Di umido e di giorni (Lietocolle, 2004). Nel 2006 ha dato avvio alla sua personale Trilogia delle radici, pubblicando Salentitudine (Lietocolle) e, successivamente, Guscio di noce (Lietocolle, 2012). Di prossima pubblicazione è il terzo e ultimo capitolo: Gli atleti. Nel 2020 ha dato alle stampe una sorta di spin-off della Trilogia, la plaquette Quaderno croato, (Fallone editore). Ha curato l’antologia poetica Rosso. Tra erotismo e santità, (Lietocolle, 2010). Ha pubblicato i romanzi Come gli elefanti in Indonesia, (LiberArs, 2001) e Mavi (Emersioni, 2019).
Vanni Schiavoni nació en Manduria en 1977, vive en Bolonia. Ha publicado los poemarios
Nocte. Nascita di un solstizio d’inverno (Firenze Libri, 1996), Il balcone sospeso (Lisi editore, 1998), Di umido e di giorni (Lietocolle, 2004). En 2006, inició su Trilogía personal de las raíces, publicando Salentitudine (Lietocolle) y posteriormente Guscio di noce (Lietocolle, 2012). Pronto se publicará el tercer y último capítulo: Los atletas. En 2020, imprimió una especie de spin-off de la Trilogía, la plaquette Quaderno croato (Fallone editore). Ha editado la antología poética Rosso. Tra erotismo e santità (Lietocolle, 2010). Ha publicado las novelas Come gli elefanti in Indonesia (LiberArs, 2001) y Mavi (Emersioni, 2019).